Una volta, costruire un impianto televisivo era un lavoro che richiedeva l’intervento di diversi tecnici. Ognuno aveva il suo campo preciso: quello dello stendere i cavi, di controllare gli Ohm, di dare un’occhiata alla distanza dello schermo e le interferenze elettromagnetiche. Con gli anni per fortuna, tutte queste incombenze hanno preso a ridursi sempre di più, e parte di queste sono state anche integrate in una singola porta della nostra televisione.
Sì, perché se ad esempio vogliamo montare un set di casse acustiche o anche una singola Soundbar, non è nemmeno più necessario che ci diamo da fare per trovare una porta audio specifica. Per qualche motivo, basta utilizzare quella che è una semplice porta HDMI. A volte questa porta ha sopra scritto “ARC” e di recente, è possibile trovare anche qualcosa che è descritto come eARC. Ma quando si parla di questi termini, a cosa si fa incontro, e perché nello specifico ci sono più versioni ora?
Cos’è l’ARC
Iniziamo col descrivere quel che fa l’ARC. Per lungo viene definito come Audio Return Channel e serve specificamente per fornire appunto una serie di canali audio sfruttando la connessione HDMI. Il modo migliore con il quale può farlo è fornendo sia un modo per l’audio in entrata, così come quello in uscita. Questo significa che un qualsiasi prodotto può comunicare in maniera differente per fornire diverse informazioni, senza mancare mai di compatibilità.
Grazie all’ARC, è possibile comunicare con servizi di streaming ed altri aspetti più importanti, come la possibilità di poter aggiornare un firmware senza alcun bisogno di altre connessioni aggiuntive.
L’avvento dell’eARC
Con l’arrivo dell’eARC questa formula viene migliorata non di poco. Ovviamente la sigla sta per Enhanced Audio Return Channel e l’aggiunta principale sta nella qualità. Di suo infatti questa funzione supporta fino a 32 canali, di cui otto di questi hanno la possibilità di distribuire un sonoro da 192Khz a 24Bit senza compressione.
Finora una porta ARC poteva solo trasmettere audio compresso, qualcosa che ha portato certi utenti a sfruttare altre connessioni per poter accedere ad un sonoro di migliore qualità.
Oltre questo, l’eARC è capace di trasmettere molte più informazioni rispetto al normale. Può far riconoscere alla televisione più dettagli, e come tale può offrire più funzioni ed opzioni che possono essere anche piuttosto innovative. Ad esempio, grazie all’eARC, è possibile guardare un video con un contenuto in sincronia vocale, o lip-sync, così che quel che viene mostrato nel video sia perfettamente sincronizzato con un audio completamente diverso che può essere riprodotto dalle casse o la soundbar. Utile per quando ad esempio si ha un video a disposizione, ma non con l’audio italiano, ma lo si può riprodurre in maniera completamente separata e comunque sincronizzata.
Come sfruttare l’eARC
Innanzitutto, sia il prodotto che la TV stessa deve essere compatibile. Non è difficile comunque controllare tutto ciò: basta vedere se nella porta HDMI è presente la dicitura “eARC” aggiunta al nome della porta. Nel caso, basta controllare anche nelle specifiche tecniche del prodotto online o sul manuale, ma nella maggior parte dei casi quest’informazione è riportata in quel punto. In genere l’eARC è comunque incluso nelle nei monitor e televisioni al momento fra le più pregiate, specialmente perché richiede un processore abbastanza preparato a supportare l’enorme quantità d’informazioni che deve comunicare continuamente con le casse o la soundbar.
È possibile usare l’eARC in una normale porta ARC?
Cosa strana, attualmente questa tecnologia non è capace di comunicare con porte più vecchie, perciò bisogna sempre fare molta attenzione. Dipende ovviamente anche dal dispositivo: se questo risulta essere compatibile con l’ARC e eARC, lo è in modo separato. La tecnologia eARC di per sé non è compatibile con la vecchia versione, il che può confondere non pochi utenti. Alla fine della questione, molti sono stati abituati ad usare prodotti con connessione Bluetooth, Wireless o anche con le vecchie porte suddivise. Ma in fondo, perché non iniziare a visitare la nuova generazione quando ve ne è la possibilità?